Oggi vi parliamo dell’albana e di un’azienda che dell’albana ha fatto la sua mission: Fattoria Monticino Rosso.
A come Albana
Se chiedete ai vostri nonni “autoctoni”, probabilmente vi risponderanno che l’albana è un vino dolce da bere a fine pasto con la brazadèla, tipica ciambella romagnola; in realtà oggi l’albana è molto di più: un vitigno davvero versatile, che si presta a diverse interpretazioni e, di conseguenza, a differenti abbinamenti a tavola. Insieme al sangiovese è il vino che più rappresenta la Romagna e il suo carattere, fatto di passione e creatività; non per niente è il primo vino bianco in Italia a ottenere la DOCG.
Sull’origine del nome esistono alcune ipotesi che coinvolgono luoghi e termini latini, dai colli albani, luogo di provenienza dei primi colonizzatori in Romagna al termine “albus” cioè bianco, a indicare proprio l’uva a bacca bianca; tuttavia la storia che ci piace raccontare parla di una principessa bizantina e dei suoi capelli, biondi come il vino che un giorno assaggiò alla corte di Ravenna. La leggenda non si ferma qui; a Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio I, fu offerto del vino in una ciotola di terracotta, assaggiandolo la principessa disse: “non così umilmente ti si dovrebbe bere ma berti in oro, per rendere omaggio alla tua soavità”. Da allora alla corte di Ravenna l’albana si bevve solo in preziose coppe dorate e il paesino, in cui accadde il fatto, prese il nome di Bertinoro. Niente male per un vino considerato per molto tempo un bianco umile da bere giovane!
Al di là dei racconti l’albana oggi dà vita a ottimi vini sia secchi sia passiti; anche della DOCG esistono quattro versioni secondo il contenuto di zuccheri residui: secco, amabile, dolce e passito. I suoi profumi, fruttati e intensi, si apprezzano soprattutto nelle versioni dolci; invece l’elemento tannico, raro in un vino bianco, dona discreto corpo e una nota finale amarognola nei vini secchi. Alcuni produttori, facendo leva proprio sulla tannicità, hanno iniziato a vinificarla in rosso, cioè facendo macerare il mosto con le bucce.
Fattoria Monticino Rosso produce ben quattro diversi vini con uve albana, ognuno con la sua personalità, espressione del territorio e di un preciso lavoro in vigna. Il metodo classico apre la vendemmia nella seconda metà di agosto: un’albana in purezza lasciata trenta mesi sui lieviti, non dosata alla sboccatura. C’è poi l’albana secca, Albana “A”, che si produce raccogliendo le uve migliori giunte a perfetta maturazione verso metà Settembre, rigorosamente a mano, in piccole cassette. Arriviamo quindi al Codronchio, un’albana secca tardiva che è l’orgoglio della Fattoria: le uve sono raccolte a mano quando vengono attaccate dalla muffa nobile botrytis cinerea; la vendemmia avviene in molteplici passaggi poiché le uve vengono raccolte appena sono attaccate dalla botrytis. Ultimo ma solo per tempistiche è il passito, che nasce esclusivamente nelle annate perfette: i grappoli migliori appassiscono sulla pianta per essere raccolti dopo la comparsa della botrytis. Non si mischiano le uve e neanche le vendemmie! Un lavoro certosino che tiene viva la vendemmia da agosto a novembre.
Fattoria Monticino Rosso, artigiani del vino
La storia di queste vigne risale almeno all’epoca napoleonica: Pietro Codronchi Torelli era solito omaggiare gli amici romani con fiaschetti di vin santo provenienti dalla cantina di famiglia, la cui proprietà si trovava nella zona del Monticino dei Meli Granati a Imola. Proprio in onore dei conti Codronchi, che hanno curato le vigne per tanti anni, è stata nominata l’albana più prestigiosa della Fattoria.
La storia più recente della Fattoria si sviluppa dagli anni ’60, quando esisteva solo il Podere dell’Olmo e Antonio Zeoli produceva principalmente vino sfuso. La svolta arriva negli anni ’80, con l’annessione del Podere del Monticino Rosso e con la collaborazione dei figli di Antonio, Luciano e Gianni, attualmente alla guida dell’azienda.
La vigna si estende per ventidue ettari; tutti i collaboratori che partecipano alla raccolta dell’uva sono dipendenti dell’azienda e sono autorizzati a lavorare in vigna solo dopo un “allenamento” di due anni nella raccolta delle albicocche: si tratta di persone formate e appassionate! Questo ci dà l’idea della grande cura dedicata alla produzione del vino in ogni sua fase, che scaturisce dalla volontà dell’azienda di fare un ottimo vino, espressione del territorio.