Luoghi e saperi si fondono nel racconto di oggi: una tenuta emozionante e un vino con una storia profonda. Oggi vi parlo del Pignoletto della Tenuta Masselina.
Pignoletto, dal vitigno al vino
Il vino Pignoletto è prodotto da uve Grechetto Gentile, un vitigno a bacca bianca presente in due denominazioni: DOC Pignoletto e DOCG Pignoletto dei Colli Bolognesi. Come si può intuire dal nome si tratta di un parente del Greco di Todi e del Greco di Tufo, tutti vitigni accomunati dalla regione di provenienza, che è il mediterraneo orientale.
È interessante sapere che fino al 2014 Pignoletto è stato il nome del vitigno, oltre che del vino: poi ci si è trovati di fronte alla necessità di tutelare la produzione locale ricorrendo alla denominazione di luogo; così, con la collaborazione delle istituzioni, Pignoletto è diventato ufficialmente il nome del vino e di una località nella zona di Monteveglio, appellata per l’occasione, mentre il vitigno è diventato Grechetto Gentile.
Il nome originario deriva dalla forma a pigna del grappolo, oppure dal latino Pinum Laetum, un vino citato già nel I sec. d.C. da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia; Plinio racconta che questo vino non fosse troppo apprezzato perché poco dolce per i gusti dell’epoca; eppure ci piace l’idea che si parlasse già di un “pino lieto”, un vino che anche etimologicamente riportasse la mente alla spensieratezza, poiché si tratta di un vino piacevole e vivace, leggero e beverino.
Il Pignoletto DOC di Tenuta Masselina si chiama 150, con esplicito riferimento alla posizione della vigna da cui deriva: 150 m sopra il livello del mare, in un terreno con venature argillose. Caratteristiche di questo vino sono la pressatura soffice, la pulizia del mosto e la fermentazione a temperatura controllata; segue il riposo sulle fecce del lievito per sessanta giorni in acciaio, presa di spuma con rifermentazione in autoclave metodo charmat.
Immaginate: aperitivo in tenuta, il panorama delle colline di Castelbolognese e il vino perfetto per una serata leggera e frizzante.
Tenuta Masselina: arte, cultura e vino
Situata al confine tra Emilia e Romagna, Masselina produce vini intensi che riflettono le caratteristiche del territorio: sono vini che parlano di argille rosse, fertili e profonde e di terreni calcarei come i calanchi. Riscopriamo il legame con il territorio anche nei vini delle anfore: anfore di terracotta, prodotte artigianalmente con le argille di Faenza, danno vita a vini piacevolmente aromatici, etichettati con un medaglione di ceramica faentina.
La Tenuta apparteneva alla famiglia Fabbri di Castelbolognese; attualmente è in corso una partnership con la Cooperativa Terre di Cevico e con l’Istituto Agrario Scarabelli di Imola, con l’obiettivo di sviluppare cultura enologica e formare nuovi appassionati professionisti.
Il rispetto per l’ambiente caratterizza il lavoro della tenuta, cosa che si riflette non solo nella totale conversione al biologico ma anche nell’architettura biosostenibile con il raggiungimento della massima efficienza energetica da fonti rinnovabili.
Masselina è protagonista di serate a sfondo culturale, nelle quali il piacere del vino è sempre accompagnato da arte e spettacoli (non solo cinema!); potete scoprire tutti gli appuntamenti nel programma Estate in fermento.